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La marea nera non è tutta colpa nostra commenta la BP
08/09/2010
di Maura De Sanctis
La società britannica critica i lavoratori ed i dirigenti delle due società appaltatrici responsabili del disastro ecologico
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L´esplosione fatale della piattaforma petrolifera in Messico è colpa delle società Transocean Ltd. e Halliburton Co, così commenta la BP ritenendo le due società responsabili per l'esplosione fatale che ha generato un record di fuoriuscita di petrolio degli Stati Uniti.
Transocean, è stata incaricata dalla BP di perforare il pozzo, ma purtroppo non è riuscita a mantenere i «componenti critici». Un'indagine interna di BP e pubblicata solo oggi sul sito Internet della società, cita almeno otto errori e guasti alle attrezzature che hanno causato la fuoriuscita di gas naturale che ben presto ha interessato una superficie di 64 chilometri al largo della costa della Louisiana. Il rapporto è stato redatto da una squadra di investigatori diretti da Mark Bly capo della sicurezza di BP.
E mentre la BP punta il dito contro i tecnici delle società coinvolte nel disastro, Billy Anderson padre di Jason, uno dei giovani periti nell’incidente commenta: «Stanno cercando di diffondere in giro che la colpa è tutta dei lavoratori e dei dirigenti». L'esplosione, come ricordiamo ha ucciso 11 operai e ha provocato una fuga che ha vomitato oltre 4 milioni di barili di greggio nel Golfo del Messico in più di 87 giorni.
Il rapporto dice che gli errori sono iniziati già con una cementazione scorretta della wellbore, e dopo il gas ha cominciato a scorrere lungo la roccia circostante ed i membri dell'equipaggio a bordo della piattaforma lo hanno capito troppo tardi ed è stato impossibile chiudere le valvole.
Sembra quindi che i lavoratori ed i dirigenti dell’impianto di perforazione Transocean abbiano male interpretato una prova di pressione che indicava il pericolo imminente. Quello che è certo è che le omissioni ed imprecisioni ce ne sono state e neppure il rapporto lungo più di 190 pagine, è destinato a chiarire in maniera equivocabile ciò che ha causato l'incidente. Il quadro investigativo si è concentrato sul perché i dipendenti a bordo della piattaforma hanno omesso di rilevare il segnale secondo cui il pozzo era sul punto di eruttare. Non è altrettanto chiaro il perché i veicoli comandati a distanza non sono stati in grado di attivare una valvola destinata a chiudere il pozzo petrolifero dopo l’esplosione.
Anche la Halliburton nel mirino delgi investigatori. La società era stata incaricata del processo di cementazione dell'impianto.Vi sono forti dubbi sul cemento schiuma utilizzato per sigillare l'impianto, iniettato con l'azoto per renderlo più leggero, per evitare di danneggiare la formazione rocciosa del serbatoio. La Halliburton si è dovuta rivolgere ad altra società per ottenerne un campione rappresentativo sul quale fare i test. Il risultato è che i suddetti test hanno evidenziato perdite di gas e di petrolio al di fuori della norma. Per ciò la BP è convinta che è proprio il cemento una delle cause principali che ha causato l’incidente.
Qualunque sia la causa del disastro, la BP dopo l’arresto della marea nera, grazie ad un accordo con l'amministrazione Obama, ha accettato di mettere da parte 20 miliardi dollari per coprire tutti i debiti e per risarcire i danni ma degli otto errori risultati essenziali per la fuoriuscita del grezzo se ne è assunto la responsabilità solo per la metà, così ha commentato Edward Markey rappresentante della Camera, sottocommissione Energia e Ambiente degli Stati Uniti.
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