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Anfia: produttori componenti, fatturato in crescita nel 2011
10/07/2012
di Fabiana Muceli
Nello scorso anno il settore ha fatto registrare il +3,5%, previsioni meno rosee per il 2012
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Nel 2011 i produttori italiani di componenti, servizi di ingegneria e design, parti e sistemi per auto, hanno fatturato un totale di 41,8 miliardi di euro, per una crescita complessiva del 3,5% e un impiego di 179 mila addetti. A fornire i dati l'Anfia, in occasione della nuova edizione dell'Osservatorio sulla filiera autoveicolare italiana realizzata dalla Camera di commercio di Torino, in collaborazione con l'associazione e Camera di commercio di Chieti.
In particolare sono 2.489 le società attive nel settore, di cui 898 con sede in Piemonte e in grado di fatturare 19 miliardi di euro, quasi la metà del dato nazionale. I risultati positivi sono in gran parte dovuti all'esportazione: il 77% delle imprese del campione nazionale registra un'incidenza dei ricavi provenienti da altri paesi del 57%.
Dati che trovano conferma dall'Istat, che quantifica in 19,1 mld il ricavo proveniente dalle esportazioni italiane di parti e componenti. Un risultato storico e in crescita del 16%. Guadagnano terreno anche altre fonti di ricavi, come le produzioni per i veicoli commerciali, industriali e autobus e per il mercato del ricambio.
Nonostante il 2011 positivo, la richiesta dell'Anfia è quella di un “piano eccezionale” per il settore dell'auto. “Il mondo dell'auto vive nel 2012 un momento particolarmente difficile e le previsioni sono piuttosto nere”, ha commentato Mauro Ferrari, presidente del Gruppo componenti. “Una contrazione importante che non può non riflettersi sulla componentistica”.
Altro dato rilevante emerso dall'Osservatorio è la diminuzione della dipendenza delle imprese dalla Fiat. “Si ridimensiona rispetto all'anno precedente, sia per le imprese italiane nel loro complesso, sia per le piemontesi. In Italia un'impresa su tre non ha più rapporti commerciali con il Gruppo torinese. Anche il peso del Gruppo Fiat sui fatturati totali di filiera scende sotto il 40%”, si legge in una nota.
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