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Marchionne incontra i sindacati. Fiat no chiusure
16/10/2012
di Giovanni Iozzia
Lo ha confermato Sergio Marchionne, ai segretari di Cisl e Uil, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti , nel corso di un incontro avvenuto a Roma
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[ Roma, Lazio, Italia ] -
Parola di Sergio Marchionne: «La Fiat rimarrà in Italia». Lo hanno riferito i segretari di Cisl e Uil, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, al termine dell’incontro avvenuto a Roma. C’erano anche il segretario della Fim Giuseppe Farina, della Uilm Rocco Palombella e della Fismic Roberto Di Maulo. Mancavano i rappresentanti di Cgil e Fiom perché costoro non hanno firmato il contratto con il Lingotto.
Quindi non ci saranno chiusure di stabilimenti in Italia e neppure esuberi di personale. Ci sarà un incontro a fine mese e, ha detto Bonanni: «Vediamo se le proposte che faranno rispetto a questa assicurazione». «C'è una revisione del piano industriale sulla base del mercato che è cambiato – ha aggiunto Farina, con questa revisione saranno assicurati prodotti e continuità produttiva per tutti e quattro gli stabilimenti».
L’amministratore delegato della Fiat, dopo che il progetto Fabbrica Italia è definitivamente tramontato, presenterà infatti un nuovo piano industriale il prossimo 30 ottobre nelle stessa occasione i cui verrà presentato i risultati della produzione e delle vendite del Gruppo del terzo trimestre 2012.
«Avremo una risposta per ogni stabilimento – ha precisato Palombella -: Mirafiori, Melfi, Cassino e Pomigliano. Per Pomigliano è ovvio che se continua a produrre la Panda in Polonia, questo crea difficoltà per quella nuova prodotta nello stabilimento di Pomigliano».
Nel corso dell’incontro Marchionne avrebbe insistito sulla necessità che il governo assuma dei provvedimenti che sostengano maggiormente l’export italiano, con una detassazione sulla parte esportata. Allo stesso tempo ha sottolineato il proprio sostegno all’operato di Mario Monti.
Polemici e scettici il segretario della Cgil Susanna Camusso e il responsabile del settore auto della Fiom, Giorgio Airaudo. Sono giunte critiche anche dal presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, in particolare sull’abbandono del progetto di Fabbrica Italia.
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