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Rischio di rinvio a giudizio per Marchionne


31/03/2013

di Giovanni Iozzia

La Procura della Repubblica di Nola chiede il provvedimento a carico dell´amministratore delegato della Fiat per avere discriminato gli operai di Pomigliano iscritti alla Fiom


Rischio di rinvio a giudizio per Marchionne [ Nola, Campania, Italia ] - Rischio di rinvio a giudizio per Sergio Marchionne, amministratore delegato della Fiat, e per Sebastiano Garofalo, amministratore delegato della Fip, Fabbrica Italia Pomigliano.
Secondo la Procura della Repubblica di Nola, che ha comunicato al Lingotto la conclusione dell’indagine relativa a un presunto reato di discriminazione sindacale perpetrato ai danni degli operai dello stabilimento di Pomigliano iscritti alla Fiom, da parte di Marchionne e Garofalo.

I fatti contestati sono due: il primo riguarda la presunta discriminazione messa in atto nei confronti degli iscritti alla Fiom in cassa integrazione che dovevano essere assunto in Fip, la seconda la mancata esecuzione dell’ordinanza del 2011 del Tribunale di Torino che obbligava la proprietà a riconoscere la rappresentanza della Fiom e concedere al sindacato un spazio apposito all’interno dello stabilimento per la propaganda elettorale.

Gli iscritti alla Fiom, 19 operai in totale, sono stati costretti ad attendere una prima sentenza nel giugno 2011 che è stata applicata dalla Fiat solo nel novembre successivo ma solo per potere rientrare nello stabilimento senza lavorare. Nel febbraio 2013 i 19 lavoratori, pur percependo ugualmente lo stipendio, sono stati rimandati a casa.

«L’iniziativa della procura, scaturita da una precisa denuncia della Fiom – ha commenta l’avvocato Angelo Cutolo, legale della Fiom - al momento conferma un comportamento illecito da parte dei responsabili Fiat. L’aver inviato l’avviso di conclusione delle indagini vuole significare che c’è materiale probatorio sufficiente a giustificare un processo alla Fiat».
A ciò bisogna aggiungere quanto detto dal segretario della Fiom, Maurizio Landini: «Affermiamo sin da ora che laddove vi fosse un rinvio a giudizio la Fiom si costituirà parte civile».

La Fiat ha diffuso una durissima nota con la quale definisce l’iniziativa della Procura di Nola come «l’ennesima espressione dell’inusitata offensiva giudiziaria avviata dalla Fiom nei confronti di Fiat da più di due anni, con la promozione, sulla sola questione del riconoscimento dei diritti sindacali, di 62 ricorsi, 45 dei quali decisi da 22 giudici in favore dell’azienda, 7 in favore della Fiom, 7 con rinvio alla Corte Costituzionale per la questione di legittimità costituzionale delle norme da applicare e 3 non ancora definiti.Fiat ha già più volte precisato che le contestazioni mosse da Fiom non hanno fondamento alcuno e per tale ragione si è opposta ad ogni provvedimento giudiziario, nessuno dei quali definitivo, che le ha in qualche modo accolte e tanto continuerà a fare».

Continua la nota: «Fabbrica Italia Pomigliano ha realizzato un investimento di centinaia di milioni di euro per ridare vita allo stabilimento di Pomigliano, lo ha trasformato in un sito universalmente riconosciuto come uno dei migliori del mondo e si è impegnata a fondo per creare le condizioni per l’occupazione di tutti gli addetti. Tutto ciò senza la perdita di un solo posto di lavoro. E’ sconcertante e paradossale che ora Fabbrica Italia Pomigliano, per il solo fatto di aver cercato di avviare, con il consenso della maggioranza dei lavoratori e delle rappresentanze sindacali, un sistema di relazioni industriali innovativo ed adeguato alle esigenze del mercato attuale, si trovi ad essere destinataria di un interminabile, strumentale ed infondato contenzioso».

Scrive ancora la Fiat: «Ancor più paradossale è che destinatario di tale ultima iniziativa sia ora l’Amministratore Delegato di Fiat, che con tutta evidenza nessuna parte ha mai avuto, né può aver avuto, nella gestione, peraltro del tutto legittima, delle rappresentanze sindacali e dei processi di assunzione in Fabbrica Italia Pomigliano. Se Fiat avesse inteso discriminare gli iscritti alla Fiom non avrebbe certo acquisito e rilanciato con importanti produzioni della Maserati lo stabilimento di Grugliasco della ex Bertone, dove la stragrande maggioranza degli addetti era notoriamente iscritta alla Fiom. Fiat è fermamente convinta che quando saranno ascoltate le sue ragioni, il che sino a questo momento, sorprendentemente, non è avvenuto, emergerà con assoluta chiarezza la totale infondatezza delle contestazioni ora mosse».


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