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Ciclisti a rischio sulle strade italiane
06/06/2013
di Fabiana Muceli
Gli automobilisti non vedono i ciclisti il 22% delle volte, secondo uno studio commissionato da Direct Line
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Ciclisti a rischio sulle strade italiane. Secondo uno studio commissionato da Direct Line, gli automobilisti non vedono i ciclisti il 22% delle volte, pur avendoli nel raggio visivo. Percentuale che si riduce al 15% per i motociclisti e al 4% per i pedoni. I dati allarmanti dimostrano quanto 5,5 milioni di due ruote a pedali siano “invisibili”, se si considera che il numero di italiani che vanno in bicicletta si attesta sui 25 milioni.
Durante la ricerca, è stato monitorato l'atteggiamento di un campione composto da cento automobilisti tramite l’Eye Tracking: l'innovativa tecnologia è in grado di tracciare l'orientamento del cristallino dei guidatori, tramite l'utilizzo di occhiali speciali che individuano il punto esatto su cui si focalizza lo sguardo. Secondo quanto emerge, il rischio non è dovuto solo alla disattenzione, ma si tratterebbe piuttosto di un'attitudine: quando ci si mette al volante, ci si focalizza in misura maggiore sulle altre automobili, a discapito di ciclisti e pedoni.
I dati variano inoltre in base all'età e al sesso. Le donne hanno incluso nel loro raggio visivo un minor numero di ciclisti rispetto ai maschi: 26% di “ciclisti invisibili” per le donne, 17% per gli uomini. Il 31% dei ciclisti, invece, è sfuggito ad automobilisti di età compresa tra i 20 ed i 29 anni, mentre il 21% a quelli di età compresa tra 50 e 59.
Anche il navigatore satellitare può incidere negativamente sulla visuale dell'automobilista. Lo studio dimostra come gli automobilisti che lo utilizzano hanno meno probabilità di individuare un ciclista. Chi guida conoscendo la strada o affidandosi al proprio senso di orientamento, si lascia sfuggire il 19% dei ciclisti, mentre la percentuale sale al 24% per chi utilizza un navigatore. Ma, se alcune tecnologie possono distrarre l'attenzione del guidatore, altre possono migliorare la sicurezza di tutti. Ad esempio i dispositivi in grado di individuare e prevedere reazioni a situazioni di pericolo, come il mantenimento della corsia di marcia, della distanza di sicurezza, o gli avvisatori di pedoni.
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