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Tra guerra e guerrilla (markering), polemiche per il nuovo Medal of Honor
17/10/2010
di Michele Formichella
Suscita forti reazioni in una Italia ancora a lutto per i 4 alpini morti a Farah il lancio del videogioco ambientato in Afghanistan. Già molto chiacchierato sui media di mezzo mondo
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Appena tre giorni fa campeggiava sul sito ufficiale della Electronics Art Italia la news di lancio del nuovo Medal of Honor, l'ormai classico wargame ambientato finora nei più diversi scenari di guerra, spesso con precisi riferimenti storici e buoni livelli di ricostruzione (per essere un videogioco, s'intende).
E' finita l'attesa – cito a braccio – finalmente è arrivata l'ora di mettersi nei panni dei migliori soldati del mondo. Da domani (il riferimento è dunque al 15 ottobre) trovate il videogame in tutti i negozi per Xbox360, PS3 e PC. Poi la news è scivolata sotto Need For Speed Hot Pursuit e Dragon Age 2.
Solo che anche in Italia il lancio del videogioco viene accolto da una gran polemica e da una grande (forse troppa) attenzione, politica e mediatica. Che va oltre la normale platea degli appassionati di videogiochi che di solito sono il target della comunicazione di EA e competitor.
Secondo qualcuno, infatti, questa volta i marketing manager del colosso dell'intrattenimento hanno proprio sbagliato momento e posti, visto che la nuova release è ambientata in Afghanistan e il lancio in Italia arriva che ancora non si sono asciugate le lacrime per i 4 alpini tornati salme da Farah.
Nel mondo anglosassone a non andar proprio giù alle autorità era stato il fatto che il giocatore potesse anche scegliere di combattere impersonando i Taliban. E disgusto, sconcerto, rabbia e affini sono state reazioni di importanti esponenti del mondo politico e militare.
Il videogioco ha infatti già collezionato una lunga lista di critiche in Usa, Canada e Gran Bretagna e ora anche in Italia c'è chi ne ha già chiesto (in Senato) il sequestro. La vicenda ha scalato i media tradizionali e i new media, raggiungendo forum e blog, facendo parlare delle ambientazioni, della grafica, della storia, delle vicissitudini del censurando videogame.
Ne hanno discusso in conferenze stampa e su siti tematici, sono stati inviati comunicati stampa, risposte, smentite e correzioni, sono state fatte interviste e lanci di agenzia: e così anche in Italia si è fatta a Medal of Honor un gran pubblicità.
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