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Presentato il XVII rapporto di Legambiente


19/10/2010

di Giovanni Iozzia

Belluno la città più virtuosa in tema ambientale, Catania l’ultima. Peggiorano tutte le grandi città italiane


Presentato il XVII rapporto di Legambiente E’ Belluno il comune più virtuoso in tema ambientale secondo i dati forniti dal XVII Rapporto Ecosistema Urbano, realizzato da Legambiente con la collaborazione scientifica dell’Istituto di ricerche Ambiente Italia ed editoriale de Il Sole 24 Ore, che raccoglie ogni anno, direttamente dai comuni o da altre fonti statistiche, informazioni su 125 parametri ambientali per un corpus totale di oltre 125mila dati. Come in altri casi di indagini che costruiscono un ranking, Ecosistema Urbano utilizza poi un indice basato su una scala delle prestazioni per i vari indicatori sommando successivamente i risultati di questi. Dall’analisi integrata delle diverse performance ambientali si ricava la classifica generale.

Il rapporto 2010 è stato presentato lo scorso 18 ottobre nel corso del convegno Il bene comune: le città in rete per la sostenibilità ambientale a Firenze.
Nella classifica delle migliori, sul podio, ci sono Belluno, Verbania e Parma. Poi Trento, Bolzano e Siena, La Spezia, Pordenone, Bologna e, a chiudere la top ten, Livorno. In evidenza l’assoluto predominio del fondo della graduatoria da parte del Mezzogiorno e in particolar modo delle città siciliane. Tra gli ultimi venti comuni solo la ligure Imperia (93ª) rimane a rappresentare il settentrione. Le altre regioni rappresentate nella coda della graduatoria sono Calabria, con 4 città, Campania, Sardegna e Puglia. Le laziali Viterbo (84ª), Frosinone (94ª) e Latina (100ª) e la toscana Pistoia (85ª) compongono la rappresentanza in coda del centro del Paese. Palermo è 101ª, poi c’è la calabrese Crotone (102ª) e ultima è Catania (103ª).

Tra i due estremi una lettura interessante e, allo stesso tempo, preoccupante perché di fatto è di nuovo allarme ambientale nelle grandi città italiane. Infatti con, l’unica eccezione di Torino, tutti i centri urbani con più di mezzo milione di abitanti vedono peggiorare il loro stato di salute. Milano peggiora in tutti gli indici della qualità dell’aria e in particolare per le concentrazioni di Ozono (60 giorni di superamento, erano 41 lo scorso anno); Napoli e Palermo sono ricoperte dai cumuli di rifiuti abbandonati nelle strade; a Roma i cittadini patiscono ogni giorno gli effetti dannosi di una mobilità scriteriata, con centro e periferie invase dalle auto private. Nel complesso, i nuovi numeri dei principali comuni capoluogo di provincia d’Italia dicono che restano al palo le isole pedonali, le zone a traffico limitato e il verde, si conferma scarsamente utilizzato il trasporto pubblico, mentre sono cresciute le immatricolazioni di automobili grazie agli incentivi statali. Non si muove quasi la capacità di depurazione delle acque reflue, così come non diminuiscono sostanzialmente le perdite delle reti idriche. Cresce, ed è una delle notizie positive di questa edizione del rapporto, la raccolta differenziata, così come la diffusione delle energie rinnovabili. Permane l’emergenza smog anche se le medie del Pm10 si abbassano lievemente, mentre crescono quelle dell’Ozono. Come lo scorso anno si registra una lieve contrazione della produzione di rifiuti e dei consumi di carburante.

«La vera emergenza nelle nostre città – ha dichiarato il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – è rappresentata spesso dalla scarsa lungimiranza, dalla mancanza di coraggio e di modernità da parte di chi le governa. Perché se è vero che lo Stato investe pochissimo nelle infrastrutture per il trasporto pubblico urbano questo non può diventare l’alibi per l’immobilismo delle grandi città che oggi invece potrebbero rappresentare il fulcro del cambiamento, approntando da subito interventi sostanziosi quasi a costo zero. Dobbiamo guardare all’Europa. Il road pricing a Londra per esempio, con il pedaggio per le automobili in una vasta area del centro, ha ridotto il traffico del 21%, fatto salire del 6% il numero di passeggeri del trasporto pubblico e portato nelle casse comunali un introito di oltre 150 milioni di euro l’anno da reinvestire nella mobilità sostenibile. Barcellona ha puntato sulla rete su ferro e Parigi ha alleggerito il traffico puntando sul Bike sharing, con decine di migliaia di biciclette a disposizione di cittadini e turisti in tutta la città».


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