La scena a cui abbiamo assistito oggi 13 settembre alla quarta tappa di Polignao a Mare (2008 - 2009 - 2010 - 2015) del “Red Bull Cliff Diivng World Series” è la stessa di 5000 anni fa, quando un gruppo di guerrieri Assiri si lanciava in acqua per sfuggire ai nemici. Questa è l’immagine che riporta un bassorilievo rinvenuto negli scavi di Ninive. Eppure la famosa Tania Cagnotto, vincitrice della medaglia d’oro ai mondiali di quest’anno, ha dichiarato di non essere in grado di tuffarsi da un'altezza così elevata.
Infatti, tuffarsi da 27 m di altezza richiede il controllo assoluto del corpo, fiducia in se stessi, concentrazione ma soprattutto una buona dose di coraggio. Il Cliff Diving è uno sport che richiede enorme forma fisica e psichica. Gli atleti dopo essersi lanciati hanno pochissimi secondi per eseguire le loro immersioni prima di entrare in acqua ad una velocità di circa 80 km/h. I tuffatori oltre ad allenarsi nei tuffi devono essere ben preparati sulle manovre di subacquea tecnica ed è per questo che solo un numero limitato di atleti in tutto il mondo pratica questo sport estremo.
Ed è proprio a questi atleti temerari che la città di Polignano a Mare in Puglia ha voluto dare ospitalità ed un’accoglienza calorosa. Il Cliff diving World Series 2015 è iniziato con l’esibizione del tuffatori, uomini e donne, in fila sul ponte. Ognuno di loro ha fatto cadere una lettera dell’hastag dell’evento, la bandiera della nazione di appartenenza ed il proprio nome. Subito è balzato agli occhi il nome dell’unico italiano partecipante Alex De Rose che sfortunatamente nella gara in coppia, avendo come rivale i già campione della specialità l’inglese Gary Hunt, non è arrivato in finale. Bisogna comunque apprezzarne la temerarietà in quanto nelle prime due serie di tuffi è stato l’unico ad effettuare un tuffo con la verticale, ed è stato esultato dal pubblico.
L’adrenalina sale non appena il primo tuffatore avanza sul trampolino, intorno il silenzio, l’attesa e poi il lancio da questa mitica scogliera giù fino nelle acque del mare Adriatico. Da un punto di osservazione privilegiato abbiamo potuto ammirare e riprendere questi coraggiosi atleti cimentarsi in uno sport acrobatico, spettacolare e comunque pericoloso. L’obiettivo è di uscire sani e salvi da una situazione alquanto complessa. Parlando con loro, subito si impara che la concentrazione rappresenta l’elemento chiave per un buon salto. La caduta dura pochi secondi e non si può sbagliare.
I tuffatori hanno gareggiato due alla volta in due serie di tuffi e solo uno di loro ha partecipato alla finale. Ogni diver ha eseguito salti multipli con un colpo di scena per l’atleta Gary Hunt, vincitore della gara che all'ultimo tuffo ha preso la rincorsa sul trampolino regalando agli spettatori brividi e forti emozioni, con un'entrata in aqua perfetta. Ad attenderlo in acqua, tre subacquei pronti ad intervenire in caso di bisogno. E difatti il loro intervento si è reso necessario per il russo Artem Silchenko, vincitore dell'ultima edizione di Polignano nel 2010, che arrivato lungo in acqua è rimasto stordito per alcuni secondi. L’atleta si è fatto soccorere dai sub e ne è uscito comunque indenne, salutando il pubblico. Alla finalissima sono arrivati in 10 e dopo l'ultima prova il migliore è stato l'inglese Gary Hunt, vincitore già di 6 tappe su 7 disputate, seguito dal begnamino di casa Orlando Duque e dal giovane messicano Jonathan Paredes.
L’appuntamento con il Cliff diving World Series, ci auguriamo sia per l’anno prossimo come sempre nella splendida cornice di Polignano a Mare dove i tuffatori di tutto il mondo continueranno a regalarci emozioni indimenticabili e magari nuovi “voli possibili”. Di seguito la classifica finale:
1. Gary Hunt con 548.20 punti 2. Orlando Duque con 480.30 punti 3. Jonathan Paredes con 477,85 punti 4. Michael Navratil con 463.85 punti 5. Andy Jones con 461.45 punti 6. Blake Aldridge con 456.95 punti 7. Artem Silchenko con 399.00 punti 8. Kris Kolanus con 325.25 punti 9. David Colturi con 313.70 punti 10. Steven LoBue con 310.55 punti.