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Auto storiche: le azioni di ASI
18/12/2019
di Grazia Dragone
Le recenti decisioni politiche penalizzano la loro circolazione
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Le auto storiche sono un patrimonio culturale da tutelare che presentano diverse ricadute sul piano economico, alimentando un intero settore.
Sulla base di questa convinzione, l’Automotoclub Storico Italiano (ASI) ha depositato un Ricorso Straordinario al Presidente della Repubblica per ottenere l’annullamento dei decreti e delle delibere di Regione e Giunta Regionale del Piemonte, Città Metropolitana e Comune di Torino che ne vietano la circolazione dal 1° ottobre 2019 al 31 marzo 2020. Lo stesso ricorso verrà presentato contro le ordinanze simili del Comune di Bologna.
Il Ricorso Straordinario è una delle ultime azioni intraprese da ASI per ottenere deroghe specifiche riservate alla circolazione dei veicoli storici, non in virtù di privilegi ma per salvaguardare un’eredità che non ha pari.
Ulteriori e recenti iniziative includono anche l’accordo del 30 ottobre scorso con l’Istituto Superiore di Sanità per determinare, attraverso una ricerca, il reale impatto ambientale di queste vetture, che costituisce il punto di partenza per azioni legislative obiettive sul tema.
La richiesta è portata avanti in virtù dei numeri, infatti i veicoli storici rappresentano una percentuale minima rispetto a tutto il parco veicolare circolante in Italia e percorrono annualmente poche centinaia di km, quindi il loro impatto ambientale va considerato del tutto ininfluente.
Alberto Scuro, presidente dell’Automotoclub Storico Italiano, afferma che: “In Italia circolano 56 milioni di veicoli e, di questi, quelli vecchi (intesi come ultraventennali) sono 12 milioni. Sono i dati ufficiali forniti dalla Motorizzazione. I veicoli storici, invece, sono quelli ultraventennali in possesso di un Certificato di Rilevanza Storica (documento introdotto dallo Stato nel 2009) che ad oggi sono meno di 400.000 in tutta Italia: lo 0,8% del totale circolante. Solo questi hanno bisogno di tutela, perché rappresentano la storia del nostro Paese e un mondo di passione che promuove cultura e turismo, ed è un enorme volano di indotto nazionale, che nel 2018 è stato stimato in 2,2 miliardi di euro.”
I Certificati di Rilevanza Storica sono stati introdotti con il Decreto Ministeriale del 17/12/2009 e identificano i veicoli con più di 20 di età dalla costruzione. Vengono rilasciati da enti e associazioni riconosciuti dallo Stato nell’art. 60 del Codice della Strada (Automotoclub Storico Italiano, Federazione Motociclistica Italiana, Registri Storici Fiat, Lancia e Alfa Romeo).
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