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Auto storiche, stop esenzione bollo


19/11/2014

di Giovanni Iozzia

I mezzi immatricolati tra 20 e 30 anni fa perderanno il privilegio e dovranno pagare la tassa di proprietà esattamente come tutti gli altri


Auto storiche, stop esenzione bollo [ Roma, Lazio, Italia ] - Le auto storiche, quelle che hanno più di 40 anni oppure sono nell’elenco stilato dalla Commissione Registro Storico dell’ACI, che prevede al momento 340 modelli con almeno 20 anni di anzianità, non pagano il bollo ma una tassa di circolazione standard ed annuale di 31 euro e 24 centesimi, sulla quale peraltro non si pagano multe in caso di pagamento effettuato con ritardo.

Quelle immatricolate tra i 20 ed i 30 anni fa, anche se inserite nell'elenco, come prevede la Legge di Stabilità attualmente in discussione in Parlamento, perderanno questo privilegio e dovranno pagare il bollo come tutte le normali altre auto.
Una norma che ha letteralmente sconvolto il mondo dei possessori di auto d'epoca.

Il presidente dell'Asi, l'Automotoclub Storico Italiano, Roberto Loi, ha scritto a tutti i tesserati: «Sappiamo perfettamente quanto sia forte la Vostra preoccupazione in merito a questa legge di stabilità; l'Asi sta facendo tutto quanto possibile per evitare che la stessa diventi definitiva o per ottenere quegli emendamenti che riterrà necessari a salvaguardia dei Vostri interessi e del patrimonio storico nazionale».

Ancora più dura la presa di posizione della Fmi, la Federazione Motociclistica Italiana: «La bozza della Legge di Stabilità elaborata dal Governo, porta con sé la reintroduzione della tassa di proprietà per i mezzi che hanno compiuto venti anni ma non ancora trenta. Come è noto, tale tassa era stata abolita nel 2000 dalla Legge 342 per tutti i veicoli che avessero compiuto 30 anni e per una rosa di mezzi che ne avessero compiuti venti (ma non ancora trenta), individuata da ASI e, per le moto, anche dalla Federazione Motociclistica Italiana. Le novità di questi giorni rischiano di distruggere in un solo colpo tanti anni di lavoro, volti alla conservazione di mezzi che altrimenti sarebbero stati destinati alla demolizione, attraverso l'incentivazione costituita dall'abolizione di tasse di possesso spesso molto onerose. Con questo spirito la Fmi ha lavorato stilando il proprio elenco di modelli in tutti questi anni, senza peraltro vincolare il loro riconoscimento all'iscrizione al proprio Registro Storico. Oggi, forse, con l'abolizione di questa attenzione nei confronti delle care vecchie auto storiche, lo Stato pensa di poter guadagnare e far guadagnare alle regioni chissà quali cifre finora non versate dai contribuenti per il possesso di auto e moto, ma non è così perché tanti dei mezzi finora conservati finiranno alla demolizione».

Pragmatico il presidente dell'Aci, Angelo Sticchi Damiani: «Sulle auto d’epoca troppa confusione ha generato disastri. Da anni evidenziamo la criticità del settore dei veicoli storici e l’intervento del Parlamento con un provvedimento ad hoc nella Legge di Stabilità per recuperare circa 200 milioni di euro a favore dell’Erario ha portato più danni che benefici, perché colpisce tutti senza distinguere auto storiche da auto vecchie. Le facilitazioni di legge sono sacrosante per chi conserva e tutela il patrimonio automobilistico del Paese, ma vanno riservate esclusivamente ai veicoli di indiscusso valore storico, escludendo i catorci che vanno rottamati e le auto vecchie che devono pagare come le altre se usate quotidianamente su strada. La mancanza di un approccio così chiaro nella gestione del settore in questi anni è la prima causa dei tanti problemi che stanno compromettendo l’esistenza stessa del settore. E’ necessario ora perseguire soluzioni condivise e sinergiche con tutti gli attori dell’automobilismo storico».

Ma quali sarebbero queste «soluzioni condivise»? Lo spiega Damiani: «Proprio per offrire ai possessori di veicoli storici, alle istituzioni e al legislatore un nuovo paradigma sui veicoli d’epoca abbiamo dato vita ad Aci Storico che accende sul settore una nuova luce, forte del know how e dell’esperienza dell’Automobile Club d’Italia, in grado di sgombrare il campo dalle pericolose zone d’ombra che oggi minacciano il comparto. Ne è un segno tangibile la lista stilata da Aci Storico di auto universalmente definite storiche, che introduce criteri oggettivi per il riconoscimento dei diritti e delle facilitazioni spettanti per legge ai possessori indipendentemente dall’adesione allo stesso club Aci Storico o a qualunque altra associazione».


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