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Fiat: tonfo in Piazza Affari
19/08/2011
di Grazia Dragone
Le stock options di Marchionne subiscono una pesante perdita. Persa anche la leadership produttiva in Brasile a vantaggio di Volkswagen
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E’ un agosto nero per il Gruppo Fiat e per tutta l’economia italiana mantenuta in costante fibrillazione dai mercati, che si attendono risposte convincenti dal governo, costretto ad attuare misure impopolari per rilanciare un paese evidentemente in declino.
Il titolo del Lingotto, nella giornata di ieri (18 agosto) ha accusato una pesante flessione, cedendo il 9,65% a 4,44 euro, con scambi pari al 3,5% del capitale. Pesanti le perdite anche per Fiat Industrial, che crolla del 10,46% a 6,29 euro, mentre la holding Exor raggiunge il -8% a 15,49 euro.
Nella febbrile giornata si è persino raggiunto quota 4,35 euro, un risultato che ha riportato il Gruppo indietro di un anno, precisamente al 17 settembre 2010, mandando in fumo tutti i risultati positivi faticosamente ottenuti durante questi mesi del 2011. Durante la seduta di piazza Affari, Fiat e Fiat Industrial sono stati anche sospesi per eccesso di ribasso.
La perdita ha indebolito il valore delle 10,67 milioni di stock options assegnate a Sergio Marchionne e scattate dal primo gennaio di questo anno. Ora le azioni Fiat ordinarie gli verranno assegnate a un prezzo di 6,583 euro l'una, mentre a fine dicembre, prima dello split, viaggiavano sui 15 euro, con una plusvalenza potenziale di quasi 80 milioni.
Negli ultimi otto mesi il valore si è pressoché dimezzato e oggi Fiat, senza Industrial, quota 4,3 euro. Il manager italo-canadese dispone anche di una seconda tranche di stock options, relativa ad altri 10 milioni di azioni. Il suo prezzo d'esercizio è al momento pari a 5,74 euro, contro i 13,37 euro a fine 2010 pre-scissione.
Il post Ferragosto non ha sicuramente portato bene al Lingotto, spinta al ribasso dal fatto che la controllata Chrysler non raggiungerà l'obiettivo di vendita di 50.000 Fiat 500 in Nord America entro fine anno, cui si aggiungono i dubbi sulla joint-venture in India con Tata Motors, sollevati dal patron Ratan Tata ed, infine le fibrillazioni del mercato brasiliano.
“Il mercato indiano, insieme a quello brasiliano, è uno dei punti forti della politica di Marchionne”, sono state le parole di un trader, per il quale il Lingotto ha perso la leadership in terra carioca a vantaggio di Volkswagen, passando dal 23,78% al 22,35%, mentre i tedeschi si attestano a quota 24,5%. Il calo delle vendite nel paese sudamericano è il segnale dell’insufficiente capacità produttiva del Gruppo, inadeguato di fronte ad una domanda in costante crescita. Si dovrà attendere la fine della costruzione del nuovo stabilimento, per attuare la rincorsa con i competitors.
Intanto Fiat sta studiando la possibilità di produrre un Suv Maserati nello stabilimento Chrysler di Jefferson North a Detroit. Secondo i rumors, il prototipo sarà presentato al Salone di Francoforte.
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