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Il piano di Confindustria per salvare l’Italia


24/09/2011

di Giovanni Iozzia

Un documento con cinque punti essenziali per ridurre la spesa pubblica e rilanciare l’economia. Ultimatum al Governo


Il piano di Confindustria per salvare l’Italia Confindustria vuole un «cambiamento vero». Lo ha affermato il suo presidente Emma Marcegaglia all’assemblea degli industriali toscani a Firenze. Presto, dunque, sarà pronto un documento, una sorta di manifesto delle imprese che conterrà quelle poche riforme essenziali per salvare l’economia italiana e rilanciarla. Un vero e proprio ultimatum al Governo Berlusconi.

«Noi vogliamo una vera discontinuità – ha precisato la Marcegaglia - e la vogliamo velocemente: basta con le piccole cose, non siamo più disponibili a stare in una situazione di stallo, in cui si vivacchia e in cui ci si limita a fare qualche piccola manutenzione».
«Un documento - ha proseguito il presidente degli industriali italiani - che non riguarda le imprese, ma è per l'Italia. Se il governo è disponibile a parlare con noi e con le altre associazioni, bene. Se invece vuole andare avanti con piccole cose, non siamo più disponibili, scindiamo le nostre responsabilità, perché vogliamo un cambiamento vero».

I punti sono cinque: una riduzione della spesa pubblica che non avvenga più solo con tagli lineari, una riforma delle pensioni che metta il nostro paese in linea con l’Europa, la messa in vendita dei beni pubblici,, un piano per le privatizzazioni e le liberalizzazioni e la realizzazione di infrastrutture che siano realmente importanti.

«Queste azioni – ha spiegato la Marcegaglia – potrebbero essere usati sia per ridurre il cuneo fiscale sia per rilanciare lo sviluppo. Vendere il patrimonio dello Stato, oltre a produrre nuove entrate, servirebbe a diminuire l'ingerenza del pubblico che è ancora troppo forte e si porta dietro clientele, oltre a fare concorrenza sleale».
«Dobbiamo guardarci in faccia - ha proseguito - e domandarci se vogliamo tornare a crescere. Non è più possibile aspettare la riforma fiscale, perché occorre abbassare le tasse a chi tiene in piedi il Paese, lavoratori e imprese. Siamo pronti anche a una piccola patrimoniale, lo abbiamo detto, pur di avere meno tasse».

«Se il governo – ha concluso Emma Marcegaglia - vuole andare avanti solo su piccole cosette e piccole manutenzioni, noi non siamo interessati. Noi vogliamo un cambiamento vero e pensiamo che questo nostro manifesto possa essere una base concreta di discussione e di confronto».

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