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Presentato il Manifesto delle imprese


02/10/2011

di Giovanni Iozzia

Gli industriali hanno presentato al Governo un documento in cinque punti per risolvere la crisi economica


Presentato il Manifesto delle imprese Il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ha presentato il Progetto delle imprese per l’Italia, cinque proposte per risolvere la crisi economica che sta investendo l'Italia. Una sorta di ultimatum al Governo guidato da Silvio Berlusconi perché se non arrivano risposte gli industriali italiani interromperanno qualsiasi forma di rapporto o confronto con le istituzioni.
Il documento è stato sottoscritto oltre che da Confindustria anche dall’Associazione Bancaria Italiana, dall’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici, dalla Rete Imprese Italia e dall’Alleanza delle Cooperative Italiane.

Il primo punto riguarda le tasse, l'Irap per le imprese e l'Irpef per i lavoratori. Un modo per rilanciare la sviluppo e la crescita. La proposta riguarda anche un possibile rimodulazione dell'Iva e perfino un'imposta patrimoniale ordinaria. Per combattere ancora meglio l'evasione fiscale, c'è la proposta di portare a 500 euro la soglia massima per i pagamenti in contanti.
Il secondo punto si occupa delle liberalizzazioni di tutte le professioni con la conseguente abolizione degli ordini professionali. Questo provocherebbe anche una riduzione della burocrazia del lavoro. Le liberalizzazioni potrebbero anche riguardare i settori dei servizi pubblici locali, il settore dell'energia e del trasporto.
Il terzo punto parla della vendita dei beni dello Stato che, secondo una recente stima, varrebbero più di 400 miliardi di euro. Dopo un'attenta cernita di ciò che è vendibile e di ciò che non lo è, si potrebbe procedere alla cartolarizzazione.
Il quarto punto è quello delle infrastrutture. Per la loro realizzazione ci devono essere meno burocrazia e tempi più brevi. Sarebbe anche auspicabile, in certi casi, anche l'utilizzo di procedure d'urgenza. Il Governo dovrebbe anche impegnarsi nella ricerca di capitali privati.
Quinto punto, e ultimo, le pensioni. L'Italia impegna una cifra più alta del 2,5% rispetto ali altri paesi dell'Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) l’Italia spende circa il 2,5 per cento in più per le pensioni. Per riportare il Paese nella media sono necessari tagli e l’aumento dell’età pensionabile. E' prevista un'età pensionabile uguale per uomini e donne.

«Non siamo interessati a vie spagnole - ha detto Emma Marcegaglia - non c'è più tempo. Il Paese ha bisogno di una politica economica diversa. Siamo pronti a fare la nostra parte come imprese anche attraverso una patrimoniale che andrebbe introdotta e dovrà servire ad abbassare le tasse sulle imprese e sul lavoro» . «Se le nostre proposte non andranno avanti - ha concluso il presidente di Confindustria - valuteremo se non stare più ai tavoli».

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