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Notizie
La Fiat taglia i ponti anche con Anfia
25/10/2011
di Maura De Sanctis
L´annuncio di Marchionne durante l´assemblea pubblica dell’Associazione. Si dimette il presidente Razelli
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[ Roma ] -
Dopo Confindustria era inevitabile l’addio di Marchionne anche all’Anfia. Il vero problema è che la Fiat rappresentava il gruppo leader dell’associazione con il 63% delle quote associative seguita da Pirelli che rimane ora l’unico grande gruppo dell'Associazione filiera industria automobilistica.+ L’annuncio, dato direttamente da Sergio Marchionne durante l’assemblea pubblica dell’Anfia, ha sollevato non poche polemiche e neppure ci sembra casuale il fatto che nella stessa circostanza anche il presidente dell'Anfia Eugenio Razelli abbia dato le dimissioni non rinunciando però alla presidenza della Magneti Marelli, società del gruppo Fiat. E’ proprio il caso di dire “quando la nave affonda, i topi scappano”.
Nel suo discorso Razelli ha posto in evidenza la sua preoccupazione per gli anni a venire, in particolare il 2012 che sin da ora si prospetta un anno difficile per il mercato dell'auto in Italia. Ed è per questo che è da tempo che Anfia chiede al governo delle misure concrete per rilanciare il settore automotive. Una di queste è la diminuzione della pressione fiscale nel nostro paese che nel confronto internazionale risulta essere non solo la più levata d’Europa ma è destinata a crescere nel prossimo triennio proprio a causa delle manovre di aumento delle entrate approntate dal governo.
Anche Marchionne sembra condividere la posizione di Razelli, soprattutto quando manifesta la sua contrarietà al clima di incertezza e non solo politica che sta vivendo l’Italia. La crisi italiana dimostra che è proprio la debolezza industriale del paese a rappresentare un handicap per tutto il sistema ivi compreso il settore delle auto. Secondo Marchionne anche l'Europa sarebbe a un miglio dall'inferno poiché non è più in grado di soddisfare le attuali esigenze di mercato essendo ancora ancorata ai modelli del passato.
Per l’amministartore delegato di Fiat, l’unica vera alternativa per una reale rinascita del gruppo è rappresentata dagli Stati Uniti che si prospetta un nuovo e fiorente mercato per l’industria automobilistica italiana. A dimostrare la veridicità delle parole di Marchionne i risultati raggiunti dalla Fiat 500 C presentata al salone di New York. Ora tocca all’Italia studiare un piano più competitivo per il rilancio del settore auto e realizzare intese condivise sul piano industriale.
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