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Russia: grave crisi per il settore import delle auto usate
28/01/2009
di Grazia Dragone
Crollo del 95% per effetto dei dazi doganali
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Risale al dicembre 2008 l’impopolare decisione da parte del Presidente Putin di aumentare i dazi doganali per fronteggiare la grave crisi finanziaria che ha investito anche l'industria automobilistica nazionale. Il Governo russo aveva approvato una delibera che prevedeva un consistente aumento dei dazi all'import di auto usate, con un incremento dal 25 al 30% per le auto da 1 a 5 anni ed una crescita del dazio calcolato in base ad ogni centimetro cubo di cilindrata.
Il provvedimento aveva generato una serie di manifestazioni da parte dei lavoratori del settore, schieratisi contro una decisione che danneggia fortemente gli operatori del mercato dell’usato. Le proteste sono state represse con fermezza dal governo russo che ha comunque scelto di applicare la delibera.
Gli aumenti del dazio doganale hanno determinato, ora, un conseguente crollo delle importazioni, con una perdita stimata del 95%. Secondo i dati dichiarati, nello scorso anno transitavano da Vladivostok circa 900 auto al giorno, provenienti in gran parte dal Giappone, mentre ora il numero e' sceso a 50. Tale situazione è una importante battuta d’arresto per le aziende nipponiche e per il fisco russo, dato che le auto rappresentavano il 35% dei dazi.
La scelta del protezionismo russo ha determinato effetti deleteri su un mercato, come quello automobilistico, che ha già subito considerevoli cali di vendita per effetto della perdita del potere di acquisto da parte dei consumatori e rischia di rallentare le possibilità di una rapida ripresa, nella già difficile congiuntura economica internazionale che ha investito ogni settore.
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