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Cassa integrazione anche per gli Enti centrali della Fiat
23/02/2010
di Maura De Sanctis
L’intervento a sostegno delle imprese CIG interesserà gli impiegati degli Enti centrali nel mese di marzo ed aprile 2010
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La casa automobilistica torinese ha annunciato che anche gli impiegati degli Enti centrali saranno messi in cassa integrazione dal 22 al 28 marzo e dal 5 al 11 aprile. A marzo, il provvedimento interesserà 1200 addetti del settore auto, 400 di Fiat Powertrain di Mirafiori e Torino Stura e 100 del settore acquisti mentre ad aprile il numero degli impiegati raddoppierà, 2400 addetti del settore auto, 800 di Powertrain e 450 degli acquisti. Ma è solo l’inizio di una lunga serie di interventi previsti per tutto il 2010.
Il segretario generale della Fiom di Torino, Giorgio Airaudo ha manifestato la sua preoccupazione ed è convinto che continuando di questo passo, molti lavoratori rischiano di perdere il posto di lavoro. Ciò che si teme è che il provvedimento di cassa integrazione sia la premessa ad una dichiarazione di esubero. Preoccupate anche le organizzazioni sindacali che premono per un incontro con il governo e la Fiat per discutere sul futuro della casa automobilistica in Italia.
Secondo l’ad Sergio Marchionne la decisione di Fiat di diminuire la produzione in Italia per spostarla all’estero è dovuta essenzialmente all'andamento del mercato italiano negli ultimi mesi che certamente non fa ben sperare: “le vendite in Italia a gennaio sono drasticamente diminuite a un livello ancora piu' basso di quello del gennaio 2009, quando il mercato era in grave crisi”. Ma questo pare non vero poiché i dati reali dicono l’esatto contrario. Infatti le auto immatricolate dal Gruppo Fiat nel mese di gennaio 2010 sono state 206.341 rispetto alle 158.457 di gennaio 2009.
Diciamoci la verità, in Italia la Fiat non esiste quasi più. La maggior parte degli stabilimenti è interessata da programmi di cassa integrazione e mobilità mentre all’estero si aprono reparti che producono auto e pezzi di ricambi che poi verranno venduti anche in Italia alla faccia del made in Italy. La Fiat è ormai una multinazionale a cui non conviene piu' produrre in italia, a cui non conviene pagare le tasse in Italia e come altre imprese stà decidendo di trasferirsi all’estero. A questo punto speriamo in un cambiamento di direzione anche a salvaguardia dei lavoratori dello stabilimento di Termini Imerese.
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