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Entro Natale la Fiat 500 sbarcherà negli USA
31/08/2010
di Riccardo Angelo Colabattista
La casa torinese è pronta a conquistare anche il mercato americano. La Fiat potrà fare affidamento su 165 punti vendita localizzati in specifiche aree metropolitane
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50mila Fiat 500 vendute entro il 2011. Non è un gioco di numeri ma è l’obiettivo dichiarato dai vertici Fiat in riferimento al mercato statunitense. Entro Natale, infatti, la prima Fiat 500 sarà messa in commercializzazione negli Stati Uniti. Per questo primo ed importantissimo passo le riunioni e gli incontri sono stati innumerevoli. Sono diverse le difficoltà da affrontare ma il marchio di Torino è fiducioso per la riuscita della strategia commerciale.
La principale difficoltà che incontreranno i rivenditori sarà quella di far capire l’importanza e l’efficacia delle piccole dimensioni dell’auto. Il Gruppo capitanato da Marchionne cercherà in tutti i modi di spingere il binomio piccolo e bello . Due parole che dovrebbero rappresentare la combinazione magica per aprire il mercato americano. A queste due parole si aggiungeranno presto, si prevede antro il 2012, anche il piccolo e pulito. Cioè la commercializzazione delle prime Fiat 500 interamente elettriche.
Per spiegare i vantaggi della nuova auto saranno predisposti, all’interno dei concessionari, degli appositi saloni. Una richiesta, questa, utile a far emergere la novità e a garantire un personale specifico ed altamente qualificato che sia in grado di spiegare tutto il mondo Fiat 500. Questa novità, però, non è stata appresa positivamente da tutti visto che diversi concessionari saranno obbligati ad esporre ben cinque marchi diversi (Chrysler, Dodge, Jeep, Ram e Fiat) rischiando di creare confusione all’utente finale.
Laura Soave, responsabile del marchio Fiat per il Nord America, rimane comunque ottimista data la possibilità di usufruire di ben 165 punti vendita localizzate in aree metropolitane appositamente scelte per la loro alta concentrazione di piccole vetture. «Fiat offre ai concessionari l’opportunità di un’esperienza unica - ha detto la dirigente -. Interagire con un'espressione del design italiano con cui finora non avevano mai avuto rapporti».
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