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Grandi ospiti alla festa della Fiom


19/06/2011

di Giovanni Iozzia

Alle celebrazioni dei 110 anni del sindacato, condotta da Michele Santoro, intervengono Benigni, Travaglio, Vauro, Gabanelli, Ingroia e tanti altri.


Grandi ospiti alla festa della Fiom Non se lo aspettava nessuno. Sapevano tutti che in occasione della Festa dei 110 anni della Fiom, anzi della serata Tutti in piedi, condotta da Michele Santoro, sarebbe arrivato un ospite d’eccezione a sorpresa ma nessuno sapeva chi fosse. Le ipotesi più accreditate indicavano Adriano Celentano. Invece è arrivato Roberto Benigni.
«Il lavoro è prezioso – ha continuato - perché c'è una ricompensa misteriosa che nessuno ci può togliere, diventiamo indipendenti dall'universo intero, è un esercizio divino, il diritto al lavoro è una cosa sacra, chi attenta al lavora fa un sacrilegio».
«Amare il nostro lavoro – ha detto ancora Benigni - deve essere un diritto su cui fondare la nostra società. M'inchino a tutti i lavoratori. Viva il lavoro!».
Un show di circa 10 minuti in cui il grande attore e regista toscano con le battute su Berlusconi, sui temi di attualità come il calcio scommesse e la P4, sulla Costituzione.

Oltre a Benigni sono intervenuti altri ospiti: Marco Travaglio, Vauro, la giornalista di Report Milena Gabanelli, il procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia, la conduttrice Serena Dadini, i cantanti Daniele Silvestri e Teresa De Sio, Corrado Guzzanti, la giornalista Rai Elisa Anzaldo, Maurizio Crozza in video.

Santoro, che nel corso della serata non era mai intervenuto, alla fine si presenta sul palco in tutta blu e si rivolge al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi: «Lei sta facendo di tutto per farmi diventare un disoccupato, ma non ci riuscirà. E siccome lei una volta ha detto di essere un presidente operaio, le parlo da operaio a operaio». «Mi avete portato via il salario – ha continuato -, l'università dei miei figli e i miei sogni, mi hanno tolto la dignità di dire che nella mia fabbrica sono importante, ma la cosa più grave è che il paese non cresce e allora perché non mi sono incazzato? perché mio figlio è rimasto davanti alla tv, perché in quel televisore il lavoro non c'é, i problemi non ci sono e ti hanno convinto che non esisti». «C'è stato un consigliere Rai che ha presentato un ordine del giorno molto semplice: ha detto Santoro vuole fare la sua trasmissione per un euro, perché non accettiamo? Allora presidente Berlusconi, io voto perché Santoro resti in Rai, alzo la mano perché resti in Rai. Allora Bersani, che mi stai simpatico, contale anche tu queste 30 mila mani che si alzano perché Santoro resti in Rai». «La mia soluzione – ha concluso Santoro - è riprenderci quello che ci avete tolto: la cultura, la scuola, la televisione, il nostro futuro. Da operaio a operaio le dico, se lei mi chiede se ci saranno i lavoratori nel futuro di questo Paese, io le dico sì, sì, sì, sì, quattro volte sì».


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