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Strage in Norvegia
23/07/2011
di Giovanni Iozzia
Un razzista xenofobo autore di attentato con un’autobomba e di una sparatoria: 91 morti, la maggior parte giovanissimi
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«La peggiore tragedia dalla Seconda Guerra Mondiale» ha detto il primo ministro norvegese, Jens Stoltenberg, commentando i due attentati che hanno sconvolto un paese, la Norvegia, normalmente tranquillo, che piange adesso i suoi 91 morti: 7 causati nell’esplosione al centro di Oslo, 84 uccisi nell’isola di Utoya.
Alle 15,26 di un tranquillo pomeriggio estivo un esplosione fa tremare i palazzi del centro di Oslo. Un’autobomba esplode in piazza Einar Gerhardsens tra il Palazzo del Governo e la sede del quotidiano VG. Oltre ai 7 morti, ci sono 100 feriti. L’intera area è completamente devastata. Il pensiero corre subito al terrorismo islamico, a Al Qaeda ma qualche ora più tardi sapranno tutti che i fondamentalisti musulmani non c’entrano niente.
La gente reagisce con calma, anche i feriti, lo choc respinge. Rapidamente arrivano le ambulanze, la polizia comincia a fare i primi rilievi. La Norvegia comincia a vivere il suo incubo che alla fine della giornata si rivelerà molto più brutto di quanto si potesse mai immaginare.
Infatti, improvvisamente, poco più tardi, scoppia l’inferno sull’isola di Utoya, a circa 40 chilometri da Oslo, dove c’è in corso un raduno dei giovani laburisti, il partito del premier Stoltenberg. Un uomo, bianco, alto circa 1,90, travestito da poliziotto, comincia a sparare con una pistola e un fucile automatico sui ragazzi: è una strage. Molti cadono uccisi o feriti, altri si nascondo, altri ancora si gettano in acqua. Finalmente interviene la Polizia e l’uomo viene arrestato.
Il folle sparatore si chiama Anders Behring Breivik, alla fine si scoprirà che oltre ad essere l’autore della strade sull’isola è anche colui che ha preparato gli ordigni esplosi e non esplosi, piazzati nel centro di Oslo. Ha 32 anni, è norvegese e vive in una fattoria a circa 150 chilometri dalla capitale. E’ vicino all’estrema destra xenofoba a anti islamica.
Dai sui messaggi su Internet si comincia a capire qualcosa, Forse era sull’isola perché cercava l’ex primo ministro Harlem Brundlandt, qualche mese fa definita come «Assassina del Paese», che poco prima era intervenuta la raduno dei giovani del suo partito.
Ma la vicenda non si chiude certo con l’arresto di Breivik. Secondo il quotidiano VG potrebbero essere più di uno gli attentatori che hanno sparato sull'isola di Utoya. Alcuni testimoni hanno detto che «sono state due persone», e che «c'era più di un tiratore». Oltre al rischio che il numero dei morti possa ancora salire c’è anche quello che le cose siano ancora più complesse della semplice follia di un solo individuo.
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