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MINI fallisce i crash test


23/12/2015

di Gianluca Maxia

La National Highway Traffic Safety Administration del Dipartimento dei trasporti degli Stati Uniti ha inflitto al gruppo BMW una sanzione di 40 milioni di dollari


MINI fallisce i crash test A quanto pare lo scontro USA Germania non sembra essersi interrotto con il diesel gate di Volkswagen; la National Highway Traffic Safety Administration del Dipartimento dei trasporti degli Stati Uniti ha attestato che le vetture MINI prodotte dal 2014 al 2015 non hanno superato il punteggio minimo nel crash test laterale, e ha obbligato la BMW a richiamare tutte le vetture che non erano sicure, ma la BMW ha ritardato l’operazione, andando oltre il limite di tempo.

Per questo motivo La National Highway Traffic Safety Administration del Dipartimento dei trasporti degli Stati Uniti ha inflitto al gruppo BMW una sanzione di 40 milioni di dollari. La maxi multa prevede 10 milioni di dollari da versare subito, una spesa di almeno altri 10 milioni di dollari per l'adeguamento delle vetture in circolazione e 20 milioni di dollari in penalità differite che arriveranno nel caso l'azienda non riesca per tempo a sistemare la situazione. Il tutto è stato accompagnato da una serie di disposizioni obbligatorie.

Un dettaglio, non trascurabile, di questa avventura giudiziaria è che nel 2012 la NHTSA aveva inflitto una multa da 3 milioni di dollari al Costruttore bavarese per lo stesso motivo. Per capire meglio come andò la vicenda possiamo ricostruire la cronistoria: la NHTSA avanza una richiesta di chiarimenti per i test falliti nell'ottobre del 2014, alla quale la BMW risponde che il veicolo provato non rispondeva ai requisiti di peso corretto e che nella configurazione giusta avrebbe superato le prove. Il Costruttore accettò, quindi, di effettuare un richiamo per sistemare le vetture vendute e di intervenire per migliorare la protezione laterale. Nel luglio del 2015 la NHTSA ha effettuato un test con i pesi corretti e le vetture hanno di nuovo fallito l'esame. In quell'occasione, inoltre, ha scoperto che BMW non aveva effettuato il richiamo promesso.

Grande imbarazzo per i vertici americani della multinazionale di Monaco di Baviera, che sono stati ritenuti colpevoli di aver violato le norme contenute nel Motor Vehicle Safety Act e nel regolamento NHTSA. Per ora questa notizia non sembra aver colpito l’opinione pubblica come il diesel gate che ha toccato Volkswagen, e questo appare curioso perché su queste vetture è diminuito non il livello di emissioni inquinanti ma la sicurezza degli occupanti. Vedremo come reagirà il produttore tedesco e se ci saranno richieste di risarcimento da chi è stato coinvolto in incidenti con vetture oggetto del richiamo.


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