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Alfa Romeo 6C 2500, storia della vettura che ha cambiato un´epoca sogno di molti
06/05/2020
di Giulia Morelli
Un salto nel passato motoristico del Biscione. Viaggio alla scoperta del mito
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[ Portello, Italia ] -
Una vettura storica in tutta la sua interezza, che realmente si è resa partecipe di un’intera epoca, scandita da una moltitudine di eventi. L’Alfa Romeo 6C 2500 nasce nel 1939 ad opera di Bruno Trevisan, suo progettista quando nello stabilimento di Portello era attivo l’Ingegner Ugo Gobbato, attuatore di un sistema diretto alla modernità industriale misto ad una più viva ricerca artigianale.
Nata dalla ceneri dell’Alfa Romeo 6C 2300, la nuova Alfa ha cercato di riprendere quanto più possibile dalla detta evoluzione, senza dimenticare il susseguirsi dei tanti modelli storici, come l'Alfa Romeo 6C 1500; la 6C 1750 e la 6C 3000. A differenza del precedente modello, con la 6C 2500 vennero scelte ben tre versioni, ovvero la Turismo, Sport e la Super Sport. Di rilievo le novità tecniche presenti, come le sospensioni posteriori a barre di torsione con ammortizzatori telescopici e freni idraulici, assieme ad un aumento della cilindrata, tale da migliorare il funzionamento del motore. Lo sviluppo ha il suo inizio appunto con la versione Turismo a passo lungo 5 o 7 posti, mentre evidenti sono le prestazioni soprattutto per quanto riguarda la Sport ed ancor meglio la Super Sport, sino a livelli di potenza pari ai 110 CV per 170 chilometri orari. Tutto questo portò grandi riscontri, all’interno di un mercato propositivo di risposte positive.
Delle versioni Sport e Super Sport come non ricordare due modelli storici “standard”, la Berlinetta e la Cabriolet di Touring, con metodo Superleggera che accostava un’intelaiatura di sottili tubi di acciaio per reggere pannelli di alluminio della carrozzeria. Il ricordo della Berlinetta è legato all’ultimo viaggio nel 1945 che Benito Mussolini fece assieme alla sua amante Claretta Petacci prima dell’arresto a Dongo, infatti proprio Mussolini regalò tale vettura alla Petacci. La Cabriolet invece fu ispirazione di Battista “Pinin” Farina, basandosi su un telaio 6C 2500 SS Tipo 256 che ricreò una cabriolet unica.
Nel dopoguerra, negli stabilimenti del Portello bombardati la produzione riprende e nel 1946 venne realizzata una berlina designata con il nome di Freccia d’Oro aerodinamica, poi rivoluzionata nel 1949 e nel 1953. Di spicco è stata sicuramente la 6C 2500 SS Coupé Villa d’Este, denominata così per aver vinto il Gran Premio Referendum al Concorso d’Eleganza Villa d’Este nel 1949. Disegnata da Carlo Felice Bianchi Anderloni, rappresenta la naturale evoluzione del Coupé Touring, vera meraviglia del 20 esimo secolo, ma porta alla ribalta puntuali cambiamenti come, il frontale viene ridisegnato mantenendo i 4 fari a loro volta riposizionati nella carrozzeria, due prese di raffreddamento allungate e sovrapposte. I parafanghi evidenti vengono integrati nella fiancata, mentre il parabrezza è inclinato e sdoppiato, accentuata anche la bombatura del tetto e del lunotto e aggiunti sono i finestrini posteriori. Il retro si configura molto basso, presenta due piccoli fanali rotondi.
Con l'Alfa Romeo 6C 2500 Villa d’Este non si ha solo una vettura stilisticamente di fascino, ma al contempo una certezza, una svolta sia dal mondo artigianale che moderno. Tale auto attirò anche molti volti noti, vere e proprie celebrità come un giovinotto di nome Valentino Mazzola all’epoca sconosciuto, Tyrone Power, il Re Farouk d’Egitto e Ranieri III di Monaco.
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