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Golfo del Messico, forse bloccata la fuoriuscita del greggio


13/07/2010

di Giovanni Iozzia

La BP ha collocato un nuovo tappo e questa volta l’operazione dovrebbe andare bene. Inoltre, pronto per agosto, un nuovo pozzo che intercetterà il petrolio del vecchio


Golfo del Messico, forse bloccata la fuoriuscita del greggio Forse la fuoriuscita di petrolio dalla piattaforma di trivellazione Deepwater Horizon della British Petroleum nel Golfo del Messico sarà finalmente del tutto bloccata, La compagnia britannica ha infatti annunciato ieri sera di aver una nuova copertura che questa volta dovrebbe funzionare. Lo scorso 20 aprile un grave incidente provocò una fuoriuscita di greggio che in breve si diffuse in una vasta area del Golfo del Messico causando un disastro ambientale senza precedenti. La situazione suscitò l’ira del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, che mise subito in atto una serie di misure politiche e legali per fare sì che un smile disastro non dovesse più ripetersi.

I tecnici della BP hanno installato un tappo di contenimento di 40 tonnellate sopra la testa del pozzo, che si trova a una profondità di un chilometro e 600 metri. Adesso bisognerà testare la tenuta del pozzo e la capacità della nuova apparecchiatura di sigillare completamente la fuoriuscita del petrolio. Se nelle 48 successive all’installazione il tappo reggerà, finalmente si potrà dire che l’operazione si è conclusa con successo. L’unica incognita è che un intervento del genere non è mai stato compiuto a profondità così elevate. Intanto, al di là dell’ultimo tappo collocato, entro il mese di agosto un nuovo pozzo, il cui scavo è praticamente completato, collocato vicino ma più in profondità rispetto a quello dai cui fuoriesce il petrolio, dovrebbe intercettare il petrolio che fuoriesce dal giacimento sottomarino e quindi bloccare il flusso che proviene dalla perdita.

Per arginare il disastro il governo americano ha impiegato oltre 13 mila uomini con l’innalzamento di barriere di contenimento e assorbimento oltre a 712 litri di sostanze disperdenti che sono già state spruzzate. Inoltre è stato previsto l’utilizzo sottomarino delle sostanze chimiche, autorizzato dalla Guardia Costiera e dall’Agenzia di protezione ambientale dopo che alcuni gruppi di ecologisti avevano avanzato timori per le ripercussioni negative che avrebbero potuto avere nei confronti della fauna e della flora, in particolare per l’industria della raccolta dei gamberi. Riportare tutto alla normalità sarà difficile, dispendioso e comporterà tempi molto lunghi. Ovviamente tutto le spese saranno a carico della BP.Intanto la BP fino ad oggi ha speso 3 miliardi e mezzo di dollari nel tentativo di contenere la marea nera. Cifre comunicate dalla stessa compagnia petrolifera. E mentre le operazioni per la collocazione del tappo procedono frenetiche, la piattaforma Ocean Endeavour della Diamond Offshore, a causa della moratoria delle trivellazioni in acque profonde decisa dal Governo Usa, ha lasciato il Golfo del Messico diretta verso l’Egitto.


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