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La Fiat licenzia altri tre operai


15/07/2010

di Riccardo Angelo Colabattista

Dopo il mancato accordo sul premio di risultato sono previsti altri due scioperi, uno a Melfi, il 16, e l altro a Termini Imerese il 21 luglio


La Fiat licenzia altri tre operai La Fiat licenzia altri tre operai, due dei quali delegati Fiom, per aver bloccato l’approvvigionamento di materiale per la produzione durante l’ultimo sciopero. Il tutto accade in un momento molto delicato per tutti i dipendenti Fiat. Infatti, tutto è iniziato con il licenziamento di Pino Capozzi, un dipendente della casa torinese e delegato della CGIL colpevole di aver utilizzato l’indirizzo mail aziendale per pubblicizzare un volantino del sindacato. Da questo licenziamento la Fiom ha subito risposto con una lettera nella quale prende una posizione di apertura nei confronti di Sergio Marchionni.

''Anche noi - si legge nella lettera - siamo consapevoli di attraversare una crisi senza precedenti e una fase molto delicata che influenzerà il nostro futuro ma è per questo, che pur apprezzando gli investimenti previsti dal piano industriale, non comprendiamo come e perché solo i lavoratori debbano pagarne la realizzazione, con governo e politica che al massimo fanno i tifosi per i propri fini''.

Nonostante il Presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, consideri questa lettera come un segno importante d’apertura, la situazione, nei prossimi giorni, tenderà ulteriormente a surriscaldarsi. Per venerdì 16 luglio, infatti, è previsto a Melfi uno sciopero di otto ore che coinvolgerà anche tutte le fabbriche dell’indotto. Per il 21, invece, ci sarà un’altra manifestazione a Termini Imerese per provare a riaccendere i riflettori sullo stato di disagio dello stabilimento siciliano.

A metà di una settimana bollente rimane il mancato accordo tra le parti sul premio di risultato. Fiom e CGIL chiedono di poter garantire a tutti gli operai una cifra pari a 1.300 euro annui. Per l’azienda, invece, non ci sono le condizioni economiche per garantirli. Il braccio di ferro andrà avanti ancora per molto.


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