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Autostrade: il deficit italiano
17/11/2009
di Veronica Valente
Troppi veicoli, inadeguatezza delle infrastrutture e scarsi investimenti
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In questo quadro disegnato dall’Osservatorio Autopromotec emerge da sé un rischio grave: quello della sicurezza delle persone. Sembrano tramontati quei floridi anni settanta, quando la rete autostradale italiana era la più moderna e sicura d’Europa. Oggi è invece fanalino di coda di Spagna, Francia e Germania, realtà che dopo aver colmato il gap col nostro paese, non hanno smesso di investire.
A puntare i fari sui limiti italiani è l’Osservatorio Autopromotec che dimostra in una tabella (in fondo alla pagina) come alla fine del 2007, a circolare in Italia per ogni chilometro di autostrada ci fossero 6.128 veicoli, rapporto superiore di tre volte a quello di Spagna (2.165) e di due volte a quello di Francia (3.351) e Germania (3.477). Solo il Regno Unito sta dietro a tutti con 9.315 veicoli ma, fa notare l’Osservatorio, qui gran parte del trasporto merci si serve di reti ferroviarie e fluviali, e non del circuito autostradale, che invece in Italia continua ad essere la modalità prevalente.
Da questo quadro, emerge da sé il problema della sicurezza. L’inadeguatezza delle infrastrutture, per cui sarebbero necessari, continua Autopromotec, lavori di ampliamento e riassetto, è una minaccia grave soprattutto per le vite umane. Basti pensare ai rischi dovuti al traffico su articolazioni stradali insufficienti, oppure a causa di scarsa manutenzione di pavimentazione e manto stradale. Un’indagine della Commissione Trasporti del Parlamento Europeo ha rilevato che solo il 45% della rete stradale transeuropea, ossia l’1,5% del totale, può ritenersi sicuro. Per il Parlamento Europeo applicare gli standard europei sull’intera rete (transeuropea) consentirebbe di ridurre di 600 morti e di 7.000 feriti il bilancio annuale degli incidenti stradali in Europa; se poi gli stessi standard venissero applicati anche alle strade nazionali dei Paesi comunitari, si risparmierebbero altre 900 vite l’anno.
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