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Marea Nera, Obama alza la tassa sul petrolio
13/05/2010
di Fabiana Muceli
Dopo la catastrofe nel Golfo del Messico, un cent in più a barile per il fondo disastri ambientali
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Obama corre ai ripari: dopo il disastro ambientale provocato dalla sorgente sottomarina nel Golfo del Messico, il presidente Usa alza la tassa sul petrolio. Un cent in più a barile graverà sulle compagnie, per la costituzione di un fondo da 118 milioni di dollari, destinato a prevenire altri disastri e a sostenere i lavoratori colpiti duramente dalla cosiddetta Marea Nera. L' Oil Spill Liability Trust Fund sarà però in gran parte finanziato dalla BP, la compagnia petrolifera che gestiva la piattaforma che ha provocato il gravissimo danno ambientale. L'intervento si accompagna all’idea di alzare il tetto degli indennizzi a 1,5 miliardi di dollari.
La proposta di legge avanzata dall'amministrazione Obama prevede contributi di disoccupazione, sostegno alle attività di pesca e numerose iniziative riguardanti l'impatto ambientale. Intanto, si cercano rimedi per arrestare l'espansione della Marea Nera, che ha già raggiunto le coste dell'Alabama. La BP ha inviato nuovi mezzi sul Golfo del Messico, in un disperato tentativo di salvare il salvabile. In particolare, sarà presto attiva una cupola d'acciaio che, sistemata a 1500 metri di profondità, dovrebbe assorbire il petrolio e convogliarlo nei serbatoi di una nave cisterna. Intanto arriva la denuncia di Henry Waxman, presidente della commissione Energia e Commercio Usa: la mattina dell’incidente il pozzo petrolifero non avrebbe superato il test della pressione. Nonostante questo, la BP non ha sospeso le sue attività.
L'amministrazione Usa è oramai sul piede di guerra nei confronti della compagnia petrolifera, rea di aver sottovalutato alcune disfunzioni della sua piattaforma e di non essere stata in grado poi di recuperare tempestivamente sull'enorme danno provocato, sia nei confronti dell'ambiente, che delle attività ittiche e del turismo in generale. Il contraccolpo economico è inquantificabile e, stando alla decisione di Obama, avrà necessariamente dei riflessi negativi anche sui mercati europei, già attanagliati da una crescita esponenziale del prezzo dei carburanti.
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