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Marea Nera: la BP ci riprova, un tappo per chiudere la falla
04/06/2010
di Fabiana Muceli
Collegato a un tubo, pompa il petrolio su una nave cisterna. Ma gli esiti sono ancora incerti
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Un tappo per chiudere la falla del pozzo: la BP è partita questa notte con il suo quarto tentativo di fermare la fuoriuscita di petrolio che invade il Golfo del Messico. “Dovrebbe funzionare”, ha dichiarato il capo delle operazioni della compagnia, Doug Suttles. Ma per conoscere l'esito dell'ennesimo tentativo di bloccare il disastro ambientale, si dovrà attendere dalle 12 alle 24 ore. Intanto, arrivano le prime buone notizie dalla Guardia Costiera: pare che l'espediente stia funzionando. Si tratta di un tappo a imbuto, installato a 1.600 metri di profondità e collegato a un tubo. In questo modo il petrolio viene pompato in superficie su una nave cisterna e da quanto fa sapere la Guardia Costiera, attualmente raccoglie mille barili al giorno.
Ma la situazione è ancora critica. La tubatura è stata tagliata da robot sottomarini per permettere l'installazione del tappo e sembra che il taglio effettuato sia rischiosamente irregolare, tanto da far dubitare sulla tenuta dell'imbuto. La BP non può di certo permettersi un altro flop, l'ecosistema marino e ambientale del Golfo è ormai al limite. In più, l'ira di Obama che in questi giorni ha continuato ad accusare la società petrolifera di negligenza. Il presidente americano ha annullato le visite in Indonesia e Australia, in agenda per la prossima settimana, e si prepara a raggiungere nuovamente la Louisiana dove seguirà da vicino i nuovi tentativi di bloccare la falla. Gli Usa intanto presentano il conto alla BP: 69 milioni di dollari di risarcimento. Ma nessuna cifra pare essere abbastanza per aver compromesso in maniera irrimediabile l'ambiente e le coste americane.
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