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Buoni risultati per Eni
30/07/2011
di Giovanni Iozzia
Il rendiconto del secondo trimestre 2011 ha dato risultati positivi malgrado gli effetti negativi della crisi libica
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«Il primo semestre è stato segnato dagli effetti negativi della crisi in Libia ma l'Eni è riuscita a ottenere ugualmente risultati solidi». Lo ha dichiarato l'amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, dopo il Consiglio di amministrazione dedicato ai conti semestrali.
L’Eni ha evacuato dalla Libia tutto il suo personale dallo scorso mese di marzo, sospendendo tutte le attività di produzione e di estrazione. L’unico rimasto attivo è il campo di Wafa che produce gas e petrolio destinato al mercato interno libico. In ogni caso gli impianti sono stati messi in sicurezza e al momento non risultano danneggiati. Eni ha inoltre comunicato che «è tecnicamente in grado di riportare la produzione di gas ai livelli originari ante crisi del 2010 una volta che la situazione tornerà alla normalità».
«Il primo semestre – ha detto Scaroni - ha sofferto delle mancate produzioni in Libia, che hanno impattato tutti i nostri settori di attività. Nonostante la crisi libica e i costi di approvvigionamento gas, che nel semestre non tengono conto dei benefici retroattivi delle rinegoziazioni in corso, Eni ha ottenuto solidi risultati sostenuti, in particolare, dal miglioramento della redditività E&P (exploration and production)». «Nel periodo – dice ancora - abbiamo consolidato le nostre prospettive di crescita grazie al progresso sui progetti di sviluppo, agli importanti successi esplorativi e ai nuovi accordi in aree core e in nuove aree a elevato potenziale. I solidi risultati attesi per il 2011 e le prospettive di crescita e di redditività future - conclude Scaroni - ci consentono di confermare la nostra politica di dividendo e di proporre un acconto di 0,52 euro per azione».
La compagnia petrolifera nazionale chiude quindi il primo semestre del 2011 con un utile netto in flessione del 6%, fortemente condizionato dal 31% di perdiota nel secondo trimestre. La forte flessione della produzione, pari al -15%, causata dal blocco delle attività in Libia, ha giocato un ruolo fondamentale. La produzione di barili è scesa a 1.489 al giorno, con una flessione del 12% nel semestre. L’utile netto si è quindi fermato a 3,8 miliardi di euro e quello operativo adjusted è cresciuto solo del 4% arrivando a 3,63 miliardi di euro. Il secondo trimestre è andato peggio con un utile netto di 1,25 miliardi, e quello adjusted con una flessione del 14% a 1,44 miliardi.
la Borsa non ha reagito male alla situazione dell’Eni ed ha fissato il prezzo finale delle azioni a 15,18 euro, -1,30%, praticamente in linea con il listino.
Eni, intanto, ha alcune operazioni in corso come la cessione di Snam Rete Gas, la vendita delle quote della portoghese Galp e dei gasdotti Tenp e Transitgas. Nessun problema, invece, in Kashagan, grazie ai buoni rapporti con il governo kazako.
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