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Eni torna in Libia
27/09/2011
di Giovanni Iozzia
Ripresa l’attività di 15 pozzi nel giacimento di Abu-Attifeel. Entro l’anno verrà raggiunta la piena produzione
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E’ ufficiale: il nuovo governo della Libia sarà annunciato la settimana prossima. Lo detto il presidente del Consiglio nazionale di transizione (Cnt) Mustafa Abdel Jalil. Il paese nord-africano si avvia quindi verso un processo di normalizzazione dopo il conflitto interno che ha portato alla fine del regime del colonnello Muammar Gheddafi.
L'Eni, quindi, non perde tempo e riavvia la produzione di petrolio dopo oltre sei mesi di fermo. La compagnia italiana ha annunciato la riapertura di 15 pozzi nell’immenso giacimento di Abu-Attifeel a 300 chilometri a sud di Bengasi. La produzione prevista sarà di circa 32.000 barili al giorno, a fronte dei 273.000 estratti prima della guerra civile. Altri pozzi saranno riattivati subito dopo con lo scopo di raggiungere un livello tale di produzione da potere attivare l’oleodotto che collega il campo al terminale di Zuetina. Gli interventi sono messi in atto dalla società Mellitah Oil & Gas, una joint venture tra Eni e Noc, la società di stato libica per il petrolio. L’obiettivo è arrivare alla piena produzione entro la fine del 2011.
Dopo l’inizio della crisi in Libia, le attività estrattive di Eni si sono quasi del tutto fermate dallo scorso mese di marzo. L’unico impianto che è rimasto attivo è stato quello di Wafa, che produce il gas che mantiene in funzione le centrali elettriche di Tripoli e fa fronte al fabbisogno della popolazione locale, per un totale di circa 50.000 barili al giorno. Adesso, anche se la situazione non è del tutto tornata alla normalità, gli uffici di Tripoli dell’Eni sono nuovamente operativi con l´arrivo dei primi responsabili dall´Italia, fino ad ora erano stati presidiati solo dai dipendenti locali.
«Stiamo riconquistando le nostre posizioni in Libia - ha detto l'amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni -. Rimane l'obiettivo di riattivare le forniture verso l'Italia entro ottobre. Eni è stata fortunata: in Egitto non abbiamo perso un solo barile, in Libia stiamo tornando, l'Algeria mi sembra stabile». Un altro obiettivo, aggiunge Scaroni, è quello di «riattivare il gasdotto Greenstream entro l'autunno». «I leader libici - conclude - sono grati ai francesi per l'intervento tempestivo, vedremo se gli varrà un trattamento privilegiato ma l'atteggiamento verso Eni non è cambiato. A livello Paese la differenza la sperimentiamo sul costo del debito, l'accoglienza e la considerazione non sono cambiate».
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