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Arriva il reato di Omicidio stradale
16/08/2011
di Giovanni Iozzia
L’annuncio dei ministri Maroni e Palma per contrastare meglio la pessima e pericolosissima abitudine di guidare sotto l’effetto di alcol o di stupefacenti
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Il ministro dell'Interno Roberto Maroni e quello della Giustizia Francesco Nitto Palma si ripropongono di portare al più presto in Consiglio dei Ministri la proposta dell'introduzione del reato di omicidio stradale. L’annuncio è arrivato nel corso della tradizionale conferenza stampa del 15 agosto. Un provvedimento che riguarderebbe chi si mette alla guida di un qualsiasi mezzo a motore sotto l’effetto dell’alcol o di qualsiasi sostanza stupefacente. Un reato, dunque, nettamente distinto da quello di omicidio colposo, che assumerà così una sua autonomia consentendo la flagranza differita consentendo l’arresto per il colpevole. «E' una vera e propria necessità - ha spiegato Palma, ed è necessario che questa fattispecie venga considerata come una forma autonoma di reato e che sia riconosciuta la flagranza differita che consenta l'arresto di chi si macchia di questo particolare crimine». «Questo nuovo reato va distinto dall'omicidio colposo - ha sottolineato in proposito Maroni - e consentirebbe di sanzionare severamente coloro che si rendono colpevoli di omicidi mettendosi al volante ubriachi o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti».
I partiti politici hanno cominciato a litigare per rivendicare la paternità dell’idea ma tutti, alla fine si sono detti assolutamente d’accordo sulla nuova legge. Secondo l’Ania (l’associazione delle compagnie d’assicurazioni italiane) l’84% degli italiani sono favorevoli all’introduzione della nuova norma. «Non possiamo che esprimere soddisfazione e plauso – dice il presidente dell’Ania, Sandro Salvati - all'annuncio che tale reato potrebbe presto essere introdotto nel codice penale. Non è un caso che quest'anno Fondazione Ania abbia scelto come tema della propria campagna di comunicazione il rispetto delle regole. Otto incidenti su dieci sono dovuti a comportamenti umani sbagliati: distrazione, mancato rispetto delle regole, alcol e droga. Soprattutto alcol nei giovani».
«Finalmente un provvedimento - afferma Giorgio Biserni, presidente dall'Asaps (l'associazione degli amici della Polizia stradale) - che introduca una specifica ipotesi di Omicidio stradale per chi ubriaco, con alcolemia superiore a 1,5 g/l o drogato, causa la morte di una o più persone, con pene più severe, ad iniziare da quella minima da fissare in 8 anni e la previsione dell'ergastolo della patente, non può che essere salutata dall'Asaps con grande favore». «Anche dopo un quadruplice mortale - dice ancora Biserni -, consumate le violazioni massime della strada: cioè guida in stato di ebbrezza e contromano, l'elemento comunicativo è quello che comunque in galera non ci si va. Dal 2008 al 2010 sono morte quasi 300 persone per mano di pirati della strada. Almeno 100 erano i pirati ubriachi o drogati. Nel 2011 alla vigilia di ferragosto eravamo già a 74 morti e 560 feriti il 21% dei quali causati da ubriachi o drogati alla guida, considerando solo i pirati identificati nell'immediatezza del fatto, con una proiezione che ci porta sicuramente ad oltre il 40% di ubriachi sul totale. Ebbene di oltre il 70% dei pirati degli ultimi 3 anni conosciamo l'elenco con il loro nome e cognome e quello delle loro vittime. Se dovessimo fare l'elenco dei pirati della strada che stanno scontando la loro giusta pena, credo che ci fermeremmo quasi a quota zero».
Intanto, la proposta di legge ad iniziativa popolare dell'associazione Lorenzo Guarnieri di Firenze, lanciata lo scorso giugno sul portale www.omicidiostradale.it ha già raccolto quasi 30.000 firme.
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